lunedì 3 maggio 2010

Giglio Castello





Sede Municipale, sito a quota 405 s.l.m., è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e da sette a base rettangolare. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressochè intatto nel suo interno. Il Giglio Castello è in realtà un abitato fortificato e la porta di accesso è una struttura estremamente complessa che si presenta come un avancorpo con numerosi archi che permettevano il tiro incrociato di una fittissima schiera di arcieri. Sulla facciata interna dell'ultima delle tre porte vi è la targa in marmo raffigurante lo stemma dei Medici, che potenziarono il castello distrutto dai saraceni. Le imponenti mura Medicee furono edificate sulle rovine delle precedenti pisane del XI sec. All'interno del borgo, nella piazza sottostante la chiesa, si può ancora vedere la cisterna realizzata alla fine del '700 dai Medici per risolvere i problemi idrici. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente struttura difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico, oggi uno dei borghi medioevali meglio conservati ed originali in Italia. La Chiesa di San Pietro Apostolo è stata costruita con tutta probabilità nel XV secolo ed al suo interno si può ammirare un notevole numero di reperti: un capitello corinzio del II sec. a.C. che sostiene l'acquasantiera, le due statue del settecento di San Mamiliano e di San Pietro, l'altare di marmo del XV sec., i reliquari dei Papi Urbano I e Urbano VIII, gli arredi sacri di Papa Innocenzo XIII, le tre tele dei Nasini, il Crocifisso d'avorio del XVI sec. attribuito a Giambologna, il reliquario del 1724 contenente l'ulna destra di San Mamiliano ed esposte in una teca di vetro le due sciabole e d una pistola con intarsi pregiati abbandonate dai pirati durante l'ultimo attacco del 1799. Oggi, oltre alle numerosi botteghe e ristorantini caratteristici, si trovano ancora cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino Ansonaco, vanto dei produttori isolani.

Nessun commento:

Posta un commento